L’arrivo ad Haiti

L’impatto è fortissimo, scioccante. 

Già l’aeroporto è un luogo impensabile in qualsiasi altro luogo del mondo, senza percorsi obbligati, con gruppi di persone che si ammassano, tra odori forti, voci, visi intensi. 

Dopo pochi minuti quasi ti passa di mente di essere in un paese caraibico, anche perché Haiti è in tutto un’isola molto più simile d’aspetto e cultura a un territorio africano che a uno delle Americhe. Mercati sulla strada, cibo per terra, trasporto delle mercanzie sulla testa. Si sente la vita che pulsa a un ritmo e in una atmosfera tipicamente africane, fin dai mezzi di trasporto dipinti a mano, con figure iconiche che vanno da San Giorgio a Maradona, da Gesù a Bob Marley Tutto è a cielo aperto, senza nessun filtro culturale. Il bene e il male appaiono così come sono, senza maschere. 

[Brano tratto da Nomade tra i barili, di Luca Gragano]

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